giovedì 3 gennaio 2013

ARTICOLO ROMA 2013




ORGIANO-ROMA 13/16/GIUGNO-2013

GIOVEDI’ 13 GIUGNO 2013 

ORGIANO-SERRAVALLE PISTOIESE DI KM. 224

La proposta di ritornare a ROMA dopo 13 anni, nasce in una cena sociale, con i piedi sotto il tavolo, davanti a un piatto di baccalà e dopo aver bevuto un buon bicchiere di vino. La prima proposta prevedeva ORGIANO-ROMA in due giorni, ma il giorno dopo già cominciavano le riflessioni e alla fine prevale la scelta dei tre giorni a cui aggiungerne un quarto per poter assistere all’incontro con Papa FRANCESCO che a questo punto è diventato il motivo principale del viaggio. Precedono il giorno di partenza alcune riunioni per definire il programma, vestiario, orari ed è una bella sorpresa il numero di adesioni per questa iniziativa e forse la formula dei tre giorni di viaggio è più interessante e meno impegnativa di altre, in futuro bisognerà tenerne conto. Partenza Giovedì 13 Giugno dalla piazza di Orgiano alle sette di mattina. Le apprensioni dei giorni precedenti per il meteo, spariscono all’apparire del sole, fatto questo che viene accolto con grande sollievo da parte di tutti e da questo momento il sole sarà una costante per tutto il viaggio e in certi momenti ci farà rimpiangere il tempo nuvoloso e la pioggerellina della settimana precedente. Il ritmo di partenza è buono, nessuno accusa difficoltà e il rifornimento subito dopo Ficarolo permette di ritemprare le forze anche se non ce ne sarebbe bisogno. Si riparte con l’obiettivo di superare Bologna prima di mezzogiorno in modo di evitare il traffico dell’ora di punta. Prima sorpresa in agguato: Mario denuncia i primi “sgranfi” che continueranno a perseguitarlo per quasi tutto il resto della tappa.

“sgranfi”
Qualchedun el sorridea quando Mario el ga scomizià a parlare de sgranfi non savendo che sgranfi non la se la traduzion letterale de “crampi” ma la se ben altro.  El crampo xe solo el muscolo che deventa duro e pian pian dopo se smola e ritorna tuto alla normalità, i sgranfi invese oltre al muscolo i ciapa anca el stomego e i crea un malessere par tuto el corpo e xe ben pì fadiga superarli, solo na gran forsa de volontà te li fa sopportare. Mario ga resistio e bisogna dirghe bravo parchè non so quanti al so posto garia fato come lu….BRAVO MARIO!!!!

Attraversiamo Bologna affidandoci alla guida di alcuni cicloamatori che ci accompagnano fino all’inizio della Porrettana, da lì non ci saranno altri problemi fino a Serravalle Pistoiese, nell’individuare la strada da seguire. Sosta pranzo dopo 148 km dalla partenza, a Marzabotto, paese divenuto famoso per l’eccidio in tempo di guerra, e dopo un breve riposino sull’erba del parco, si riparte per Porretta Terme. La strada è un continuo saliscendi e solo negli ultimi dieci kilometri la pendenza diventa costante anche se con percentuali non molto impegnative. Mario, vittima dei sgranfi comincia a temere di non farcela, ma non sarà così, con l’aiuto dei compagni e stringendo i denti porterà a termine la tappa con tutti gli altri.

“me raccomando”
La comitiva la se de quatordese in bicicreta e uno sol furgon. Quel che ga da fare quelo sol furgon non xe semplice, el ga da seguirne e de precederne, el ga da farne assistensa  sia par el magnare e bere ma anca nel caso che qualchedun nol sia pi bon a nar vanti. Par Mario xe diventà importante sto ultimo compito e xe importante che non el se lo desmentega e tanto par rinfrescarghe la memoria el ghe ripete:”me raccomando, el furgon sempre vizin a mi e no là davanti e tieni sbloccà la portiera de drio, magari prepara anca na tola che la vegna fora dal portieron de drio in modo che possa entrare in furgon direttamente in bicicreta sensa bisogno de smontare, parchè se smonto non son pi bon a montar su gnanca a piè.

Terminata la salita della Porrettana, diventa rilassante la lunga discesa su Pistoia e la consapevolezza che la giornata più lunga sta volgendo a termine  da nuove energie a tutto il gruppo, ma come spesso succede, il finale ci riserva un’altra sorpresa: l’hotel a Serravalle Pistoiese si trova in collina e per raggiungerlo bisogna superare un arcigno strappo che mette a dura prova la resistenza e prosciuga le ultime energie del gruppo. E’ sufficiente una bella doccia per riprendere il buonumore e seduti a tavola si ripercorre la giornata con battute e scherzi e la consapevolezza che la tappa più lunga è stata superata. Immersi nel verde e nel silenzio si va a letto per un buon sonno ristoratore.

VENERDI’ 14 GIUGNO 2013
SERRAVALLE PISTOIESE-ABBADIA SAN SALVATORE KM. 170
 
Sveglia di buonora e prima colazione abbondante in vista di una giornata intensa e lunga. Il sole già riscalda l’aria e un po dispiace lasciare quest’oasi di tranquillità. Un paio di foto ricordo e siamo pronti a spingere sulle pedivelle con prima meta di riferimento Siena. Siamo entrati in Toscana e man mano che procediamo il paesaggio si fa sempre più bello e “tipico toscano”, con collinette non molto alte con sul cucuzzolo la fattoria. Questa è terra di ciclismo e la sua conformazione geografica ben si appresta alla bici, non solo bici ma anche storia anche se per noi non è possibile in questo frangente fermarsi per visitare le cittadine che tanto turismo portano a questa regione. Passiamo accanto a Monteriggioni e l’unica eccezione che ci concediamo è qualche foto ricordo da debita distanza. L’obiettivo Siena crea qualche timore perché è noto che la città è costruita sopra una collina e che per raggiungere Piazza del Campo bisognerà affrontare un’erta salita…..non sarà così…..entrando a Siena dal lato dove arriviamo noi, la salita è molto dolce e la vista di Piazza del Campo ci ripaga ampiamente della fatica fatta. Qui si corre il Palio e i palazzi che circondano la piazza sono ammirati in tutto il mondo ma il nostro primo interesse è rivolto alla fontanella che sorge accanto alla fonte Gaia, solo dopo esserci dissetati ammiriamo quello che ci circonda e scattiamo le foto. Lasciata Siena verso mezzogiorno, ci dirigiamo in direzione Buonconvento e poco prima di questo paese ci fermiamo per il pranzo. L’umore è buono, nessuna difficoltà fisica, non si è più sentito parlare di sgranfi….buon segno. Immancabile riposino dopo pranzo ed è durante il  dormi veglia che Cristina se ne esce con: “go la gnocca che me dà fastidio”.. … comprensibile imbarazzo e necessaria una spiegazione.
  
“la gnocca”
Cosa veto a pensare se uno te parla de gnoca? Subito te pensi a quea parte del corpo che solo le donne ga e che la xe tanto desiderà da parte dei omeni che tante volte i ghe ne fa na ossesion. Se a parlare de gnoca xe na donna e par de pì davanti a so marìo, alora po vegnerte qualche dubio ma nel nostro caso basta spettare fin a sera par cavarselo parchè la Cristina, alla frase incriminà, la ga zontà: “stasera te la mostro”. Montare in bicicreta con sto pensiero non xe el massimo e posso ben dirlo mi che so stà direttamente coinvolto, anca se, a dire el vero, la notizia se ga sparsa in on attimo e tuti volea rivar presto par vedarse sto spetacolo. Voria svelare anca un picolo segreto….quando sul finir  dea tapa, uno dei nostri el volea montar sol furgon e quei che lo conosce ben i disea che non gavaria cambià idea gnanca a morire, se bastà dirghe che solo quei che rivava all’albergo in bicicreta gavaria possudo la sera vèdare el spetacolo che subito el ga cambià idea. Par farla breve ala sera ierimo tuti pronti, mi in prima fila parchè me piase la gnoca ma siccome  son picolo, da de drio non se vede ben. Xe rivà la Cristina e senza tanta musica e senza tante smorfie, la se ga levà……el calzeto e ghemo possudo vedere la gnoca che la ga sul deolin del piè destro. Par darse un contegno gavemo fato on aplauso e la storia xe finia lì.

Nel gruppo ha cominciato a serpeggiare una notizia: gli ultimi dieci kilometri sono in salita. Non è servito a molto il paesaggio che scorreva ai lati della strada e la vista di casolari che sembravano usciti dalla tela di un pittore, la notizia del finale di giornata unita al sole cocente e ai continui saliscendi ha gettato un pò di sconcerto. Ultima sosta a centosessanta kilometri dal via e a dieci dall’arrivo, ultimo riempimento delle borracce e si attacca la salita lunga dieci kilometri con pendenza media dell’otto per cento….un calvario per quasi tutti. La doccia ristoratrice, questa sera, è stata più agognata che mai e la cena ha riportato il buonumore e la consapevolezza che il più era dietro le nostre spalle e l’indomani avremo visto Piazza San Pietro. Con questo pensiero ci siamo coricati in attesa della sveglia e della prima colazione.

SABATO 15 GIUGNO 2013

ABBADIA SAN SALVATORE-ROMA DI KM. 186

Sveglia e colazione, controllo bici, foto ricordo e giù per la discesa che ci riporta alla Cassia. Partire in discesa è sempre bello, specialmente sapendo che è l’ultimo giorno in bici. Il primo incontro importante è il lago di Bolsena che costeggeremo per diversi kilometri, la temperatura è alta e la strada alterna tratti di buon asfalto con altri con molte buche e ondulamenti, naturalmente è tutto un saliscendi.

“le siarese”
Sol furgon gavevimo anca le siarese e tuti sa che la fruta xe ottima par i atleti, solo che spesso la  ga na controindicazion….la produse gas nel stomego e le siarese lo fa in maniera particolare….in pratica le se trasforma completamente in gas. Bisogna dire che qualchedun, oltre a magnarle sol furgon, se impienava anca le scarsele, creandose na riserva de gas par bona parte del percorso. Tuti sa che el gas nel stomego el ga solo do possibilità: o el va verso l’alto o el va verso el basso e xe possibile capire quale strada el ga scelto dalla tonalità de la musica che el gas produse a seconda del foro de uscita. Anca questo xe capità e mi lo conto solo par dover de informazion.

 Poco prima di mezzogiorno ci fermiamo per una breve sosta, ma la stanchezza accumulata nei giorni precedenti fa emergere un leggero nervosismo e si decide bene di fermarsi in quel posto anche per il pranzo. La sosta all’ombra, la pastasciutta e il buon vino ci ricaricano per affrontare il finale. Montefiascone, Viterbo, Vetralla sono le località attraversate. Poco prima di Roma, in località Olgiata ci cambiamo le scarpette da corsa con altre da ginnastica in modo da rendere più agevole mettere i piedi a terra in caso di necessità. Siamo fortunati, arriviamo a Piazza San Pietro senza incontrare molte difficoltà….la meta è raggiunta…..quattordici siamo partiti e quattordici siamo arrivati….senza mai usare il furgone.
E’ stato bello arrivare….è stato bello vedere i sorrisi dei partecipanti…..è stato bello osservare i visi finalmente rilassati e le espressioni quasi di incredulità per aver portato a termine questa che nel nostro piccolo possiamo considerare un’impresa. Dopo l’incontro con quelli che ci avevano preceduto a Roma in autobus, decidiamo di visitare Roma in bicicletta. Girare per Roma in bici non è mai semplice e se a questo ci aggiungiamo che era in svolgimento il corteo per la giornata dell’orgoglio gay e il raduno della Harley Davidson, è stato un mezzo miracolo aver potuto visitare il Colosseo, l’Arco di Tito, via dei Fori Imperiali, L’Altare della Patria, il Campidoglio, il Pantheon, Fontana di Trevi, Santa Trinità dei Monti e Piazza di Spagna, Piazza Navona e dopo questa scorpacciata ci siamo diretti stanchi ma euforici verso il nostro albergo. Non potremo mai dimenticare l’accoglienza che ci hanno riservato i turisti quando siamo arrivati davanti ai monumenti, chi si offriva di farci la foto e chi la foto voleva farla con noi come la coppia di sposi che era appena uscita dal palazzo Comunale in Campidoglio o il cinesino a Santa Trinità di Monti o l’americana davanti alla fontana di Trevi. La cena alla sera è stata ottima e  l’umore alle stelle, gli aneddoti raccontati ai parenti e la concessione di una buona birra hanno chiuso la serata.

DOMENICA 16 GIUGNO
ROMA

Sveglia e colazione alla solita ora perché bisogna raggiungere Piazza San Pietro abbastanza presto per prendere posizione in modo da poter vedere da vicino il passaggio di Papa Francesco. E’ strano vedere a colazione i ciclisti vestiti da cerimonia senza la divisa da corsa, ma questo è giorno di festa e per oggi niente bici, basta divisa, basta controllare le ruote e soprattutto la sella oggi non si mangerà la sua razione quotidiana di pelle vicino all’osso sacro. Piazza San Pietro ospita oggi anche un certo numero di Harley Davidson lungo via della Conciliazione e si può dire che sono uno spettacolo nello spettacolo. Arrivati alla Piazza, buona parte prende posto in attesa del Papa, mentre altri ritornano in città per visitare con calma i luoghi visti di sfuggita il giorno prima; tutti si ricongiungeranno verso mezzogiorno per riprendere la corriera. L’incontro con Papa Francesco è stato il motivo principale di questo viaggio e sia chi ha potuto vederlo da vicino che i meno fortunati, hanno vissuto l’evento con molta emozione. Terminata la cerimonia tutti in corriera fino a Grottaferrata, ristorante Squarciarelli per il pranzo. Un menestrello con tanto di chitarra ha allietato il pranzo cantando le più conosciute canzoni romanesche. Il ritorno è stato tranquillo e l’opinione di tutti è stata che l’esperienza  ha valso la fatica di essere vissuta.

P.S. Molti mi hanno chiesto che cosa conteneva la borsa di Mario visto che per caricarla sul furgone servivano almeno due persone. Io sono stato suo compagno di stanza in questa occasione e posso solo dire che è una persona meravigliosa e un compagno di viaggio ideale. Non so esattamente cosa contenesse la borsa, ma so solo che una mattina lasciando la stanza dopo di lui, ho trovato per terra un foglietto scritto in dialetto che sembrava un promemoria per un viaggio e che io ora copio non potendo peraltro giurare che sia di Mario.

DA PORTARSE VIA…
Un paro de scarpe da ginnastica, un paro de scarpe de cuoio, du pari de calzeti da corsa e du pari de calzeti par dopo, tre pari de mudande, tre pari de magliete da soto, tre pari de magliete da sora, tre pari de magliete da mezzo, la maglieta bianca  che se no biagio me tira el colo, el baretin novo, du tute da ginnastica, na jacheta che po servirme l’ultima sera, on pulover, do camise una con le maneghe curte, na divisa da corsa completa e una da ricambio,el giubeto pesante e la calzamaglia parchè a roma po  fare fredo, guanti estivi e invernali, do maglie leggere e una con le maneghe longhe, sette raggi de scorta, do camere d’aria, oio par la cadena, ciave multiuso, tiraraggi, cacciavide grosso,na sela de ricambio, saon, rasoio, dentifricio e spazzolin, shampo, crema da man, crema da corpo e crema da culo ( la sela fa sempre bruti scherzi), petine, ago, filo, deale, forbase, un toco de spago, diese mojeche,du ciodi da cinque, na mazeta par piantarli, na tenaja par cavarli, na pila, un cortelo par farse magari un panin, la macchina fotografica con do memorie che se no me capita come l’ultima volta che la memoria xe finia sol pì belo, un platò de acqua con botiglie da litro e mezo, siè bottigliete de energade, venti bustine de sali (penso che siè al dì possa bastarme), siè+siè carboidrati in gel, dodase barrette energetiche, dodase pastine, le pastiglie da tore la mattina, le pastiglie da tore la sera, l’oio par le gambe e la pomata par i sgranfi,la magnesia san pellegrino, spero de non essarme desmentegà gnente  e che el bon Dio me daga un’ocio.

CURIOSITA'
Totale km.  580
Km. in discesa  132,5
Km. in salita  128,5 
Dislivello  4.845m.
Media oraria km.  23,5
Velocità max.  55,90 km/h
Tempo  24.35.45
Temperatura max.  46.9°
Numero pedalate  112.754
Pulsazioni  153.964
Calorie  6.165
I dati sopra esposti sono stati registrati dal mio computerino che volutamente è registrato con dati inferiori al reale. Pertanto i km. totali potrebbero essere anche una decina in più e di conseguenza la media essere un pò più alta. Nella media il computer registra anche gli spostamenti a piedi con la bici a fianco e naturalmente la visita di Roma in bici ha contribuito non poco ad abbassare la media complessiva.