GIRO DELLE 3 NAZIONI DAL 24 AL 29 GIUGNO 2019
Partecipanti:
Bellotto Michele, Pedrina Biagio, Pesavento
Giovanni, Primon Giancarlo, Ramanzin Mario, Scapin Cristina, Scarpetta Antenore,
Tonin Ruggero, Veronese Gelmino.
Percorso:
24/6: Orgiano, Ponte di Nanto, Montegalda,
Grisignano, Piazzola, Camposampiero, Quinto di Treviso, Lancenigo, Vascon,
Maserada, San Michele del Piave, Vazzola, Codognè, Brugnera, Fontanafredda,
Roveredo, San Quirino, Vivaro, Spilimbergo. Km. 198
25/6: Spilimbergo, Dignano, San Daniele, Maiano,
Buia, Artegna, Gemona, Venzone, Carnia, Chiusaforte, Tamaroz, Sella Nevea, Cave
del Predil, Tarvisio, Fusine in Valromana, Ratece, Kranjska Gora. Km. 120
26/6: Kranjska
Gora, Mojstrana, Lipce, Bled, Radovljca, Kranj, Medvode, Vrhnika, Logatec,
Postumia. Km. 150
27/6: Postumia,
Selce, Zagorie, Ilirska Bistrica, Veli Brgud, Abbazia, Medveja, Nacinovici,
Plomin, Labin, Vodnian, Fazana. Km. 146
27/6: Fazana,
Rovigno, Orsera, Parenzo, Novigrad, Umago, Portorose, Pirano, Strugnano. Km. 135
28/6: Strugnano,
Capodistria, Petrinje, Kozina, Kacice, Matavum (grotte), Basovizza, Trieste. Km. 68
Curiosità:
Distanza totale: Km. 817,5
Tempo totale: H.
32.44.45
Velocità Media: Kh. 24.98
Velocità Max.: Kh. 61.2
Dislivello totale:
m. 6.269
Ritrovo davanti alla sede del CSI Orgiano. Prima sorpresa:
Biagio non ha caricato la sua bici sul furgone e ci comunica che sarà sempre
lui alla guida; cercare di convincerlo a cambiare idea è come andare a sbattere
dritti su un muro. Pazienza, ce ne dovremo fare una ragione! Seconda sorpresa:
è ora di partire e manca all’appello Michele. Anche di questo ce ne dovremo
fare una ragione. I ritardi di Michele fanno parte del personaggio, solo che
non sapendolo, lo scopriremo in seguito. Arriva Don Gabriele, una benedizione e....
pronti via...si parte per questa nuova avventura.
Ci accompagnano per il primo tratto alcuni amici del CSI. Il tempo è ottimo, ideale per pedalare. Qualche battuta per stemperare la tensione e nascondere qualche preoccupazione....ce la farò a tenere il passo?....il tempo sarà sempre buono?....incontreremo molte salite?.... i pasti saranno di mio gradimento? Tutte domande che ci si pone ogni anno e che poi svaniscono come neve al sole. Arriviamo tranquillamente a Treviso, tranquillamente per modo di dire, l’attraversamento di Camposampiero crea qualche incomprensione fra il furgone e il gruppo ciclisti. Siamo ancora in rodaggio ed è normale che qualche cosa succeda. Treviso è un banco di prova per il GPS e alla fine ne usciamo seguendo Ruggero che di queste strade è un abituale frequentatore; lo seguiamo per una scorciatoia che ci allunga di qualche kilometro il percorso totale. Sosta a Brugnera per il pranzo
e dopo un breve riposo,
di nuovo in sella con destinazione Spilimbergo. In vista dell’arrivo succede l’imprevisto: Michele, “desaparecido” per tutto il resto della tappa, comincia il suo show. Radiocronaca: ecco che scatta Michele e guadagna un centinaio di metri. Antenore non ci sta e chiude il buco portandosi appresso Gelmino, Giovanni a sua volta parte in contropiede ma il suo tentativo è breve, il risultato è che anche Cristina piazza il suo spunto e dimostra che non ha niente da invidiare al resto del gruppo. Annullato anche questo tentativo, ecco che parte Antenore con due allunghi in successione che mettono sulle ginocchia Michele e Gelmino. Alla fine vince....il buon senso, il gruppo si ricompone e decide che queste cavolate non devono avere un seguito nei prossimi giorni onde evitare di dover salire tutti sul furgone. L’Hotel Stella d’Oro a Spilimbergo non è il massimo ma in compenso la cena, in un vicino ristorante, supera ogni nostra più rosea aspettativa.
Buona notte!!! E buona notte sia!
Ci accompagnano per il primo tratto alcuni amici del CSI. Il tempo è ottimo, ideale per pedalare. Qualche battuta per stemperare la tensione e nascondere qualche preoccupazione....ce la farò a tenere il passo?....il tempo sarà sempre buono?....incontreremo molte salite?.... i pasti saranno di mio gradimento? Tutte domande che ci si pone ogni anno e che poi svaniscono come neve al sole. Arriviamo tranquillamente a Treviso, tranquillamente per modo di dire, l’attraversamento di Camposampiero crea qualche incomprensione fra il furgone e il gruppo ciclisti. Siamo ancora in rodaggio ed è normale che qualche cosa succeda. Treviso è un banco di prova per il GPS e alla fine ne usciamo seguendo Ruggero che di queste strade è un abituale frequentatore; lo seguiamo per una scorciatoia che ci allunga di qualche kilometro il percorso totale. Sosta a Brugnera per il pranzo
e dopo un breve riposo,
di nuovo in sella con destinazione Spilimbergo. In vista dell’arrivo succede l’imprevisto: Michele, “desaparecido” per tutto il resto della tappa, comincia il suo show. Radiocronaca: ecco che scatta Michele e guadagna un centinaio di metri. Antenore non ci sta e chiude il buco portandosi appresso Gelmino, Giovanni a sua volta parte in contropiede ma il suo tentativo è breve, il risultato è che anche Cristina piazza il suo spunto e dimostra che non ha niente da invidiare al resto del gruppo. Annullato anche questo tentativo, ecco che parte Antenore con due allunghi in successione che mettono sulle ginocchia Michele e Gelmino. Alla fine vince....il buon senso, il gruppo si ricompone e decide che queste cavolate non devono avere un seguito nei prossimi giorni onde evitare di dover salire tutti sul furgone. L’Hotel Stella d’Oro a Spilimbergo non è il massimo ma in compenso la cena, in un vicino ristorante, supera ogni nostra più rosea aspettativa.
Buona notte!!! E buona notte sia!
Sveglia ore 7.00 colazione ore 7.30 e partenza ore 8.00.
Tutti pronti per la foto di rito davanti l’hotel, manca Michele.
Decidiamo che è l’ultima volta che questo succede, da oggi gli orari vanno rispettati e all’ora prevista chi c’è...c’è e chi non c’è si arrangia! Bella giornata con un sole che non da fastidio e senza aria contro. Visitiamo i paesi del terremoto del 1976 passando per strade tutte mangia e bevi, un paradiso per i ciclisti. Restiamo colpiti da Gemona e Venzone in modo particolare
ma anche gli altri paesetti non sono di meno. A Chiusaforte comincia la salita per Sella Nevea, perla delle Alpi Giulie, sono 19,3 Km. che partendo da 391 m. arrivano a 1190 del valico. Sul percorso si incontrano pochissime macchine, i primi 10 Km. sono dolci, poi la pendenza si fa sentire ma per fortuna ci sono molti pini a ombreggiare la strada e rendere meno pesanti le nostre pedalate. Se la pendenza si fa sentire altrettanto si fa sentire Gelmino alle prese col cellulare in una conversazione di cui ha voluto rendere partecipi “noi” e tutte le persone presenti in un raggio di diversi chilometri. Alla fine non abbiamo capito molto e meno ancora, credo, il fattorino di nazionalità non definita, che avrebbe dovuto consegnargli un pacco ma non riusciva a trovare il giusto indirizzo. Mah...cose che succedono!
Dopo le foto di rito sul passo, ci gettiamo in discesa verso Tarvisio passando per Cave del Predil; è poco prima di questo paesetto che costeggiamo un bellissimo laghetto e non resistiamo alla tentazione di fermarci e dato che ci siamo, pranzare in riva al lago.
A malincuore lasciamo questo luogo di relax ma il più scontento è Michele perchè alla partenza si ritrova con una ruota bucata. Sarà l’unica foratura del viaggio. Proseguiamo per Tarvisio e quindi per Kranjska Gora. Qualche scintilla fra Antenore e Michele per una diversa opinione sul modo di andare in bicicletta quando si è in gruppo. Poi alla sera davanti a un boccale di birra, pace fatta e idee più chiare sul modo di comportarsi in gruppo.Passiamo il confine.
L’Hotel Ramada Resort e davvero bello, con tanto di piscina e ogni comfort e la famosa pista da sci dove si svolge ogni anno una gara di Coppa del Mondo, finisce proprio sul retro dell’hotel. Siamo a 806 m. di altezza e ci pregustiamo la dormita con un clima primaverile.
Decidiamo che è l’ultima volta che questo succede, da oggi gli orari vanno rispettati e all’ora prevista chi c’è...c’è e chi non c’è si arrangia! Bella giornata con un sole che non da fastidio e senza aria contro. Visitiamo i paesi del terremoto del 1976 passando per strade tutte mangia e bevi, un paradiso per i ciclisti. Restiamo colpiti da Gemona e Venzone in modo particolare
ma anche gli altri paesetti non sono di meno. A Chiusaforte comincia la salita per Sella Nevea, perla delle Alpi Giulie, sono 19,3 Km. che partendo da 391 m. arrivano a 1190 del valico. Sul percorso si incontrano pochissime macchine, i primi 10 Km. sono dolci, poi la pendenza si fa sentire ma per fortuna ci sono molti pini a ombreggiare la strada e rendere meno pesanti le nostre pedalate. Se la pendenza si fa sentire altrettanto si fa sentire Gelmino alle prese col cellulare in una conversazione di cui ha voluto rendere partecipi “noi” e tutte le persone presenti in un raggio di diversi chilometri. Alla fine non abbiamo capito molto e meno ancora, credo, il fattorino di nazionalità non definita, che avrebbe dovuto consegnargli un pacco ma non riusciva a trovare il giusto indirizzo. Mah...cose che succedono!
Dopo le foto di rito sul passo, ci gettiamo in discesa verso Tarvisio passando per Cave del Predil; è poco prima di questo paesetto che costeggiamo un bellissimo laghetto e non resistiamo alla tentazione di fermarci e dato che ci siamo, pranzare in riva al lago.
A malincuore lasciamo questo luogo di relax ma il più scontento è Michele perchè alla partenza si ritrova con una ruota bucata. Sarà l’unica foratura del viaggio. Proseguiamo per Tarvisio e quindi per Kranjska Gora. Qualche scintilla fra Antenore e Michele per una diversa opinione sul modo di andare in bicicletta quando si è in gruppo. Poi alla sera davanti a un boccale di birra, pace fatta e idee più chiare sul modo di comportarsi in gruppo.Passiamo il confine.
L’Hotel Ramada Resort e davvero bello, con tanto di piscina e ogni comfort e la famosa pista da sci dove si svolge ogni anno una gara di Coppa del Mondo, finisce proprio sul retro dell’hotel. Siamo a 806 m. di altezza e ci pregustiamo la dormita con un clima primaverile.
Colazione abbondante e partenza in orario. Oggi si prevede
un percorso con prevalenza in discesa e così sarà anche se dobbiamo constatare
che in questo viaggio di pianura ne troveremo ben poca e i saliscendi sono una
costante. La strada che ci porta a Bled si snoda in una vallata molto bella e
sempre o quasi in discesa.
Per chi guida il gruppo l’impegno non manca perché deve misurare la velocità affinchè nessuno si stacchi in salita e nessuno si perda in discesa, a fine giornata a furia di girarsi gli verrà il torcicollo. La temperatura in questa prima fase è perfetta e il paesaggio è davvero da cartolina. Bled è il laghetto più famoso della Slovenia e merita certamente questa fama; l’isoletta in mezzo al lago e il castello che dall’alto della rupe domina il laghetto sottostante sono da foto da incorniciare.
In contrasto con questa visione idilliaca c’è il traffico, i camper, una serie di hotel e tutto il turismo che si è sviluppato in questa località. Per chi è passato da queste parti una ventina di anni fa, il tutto è irriconoscibile. Questo è il progresso, il tempo cambia le cose e volenti o nolenti bisogna saperlo accettare. Difficile da accettare che ancora una volta Michele non segua i compagni e li raggiunga solo dopo alcuni chilometri. Si prosegue verso Lubiana che però ci guarderemo bene di visitare visto il traffico in aumento nell’avvicinarsi alla città e quindi optiamo per una deviazione con tanto di salita per niente trafficata e non ci facciamo mancare pure un tratto in sterrato. Alla fine ritroviamo la statale che proviene da Lubiana e che ci porterà a Postumia. Traffico consistente e temperatura in aumento. Poco prima di Logatec ci fermiamo per il pranzo. Tutti d’accordo per gli spaghetti al ragù ma Michele, che ha sbirciato nel tavolo vicino, ordina minestrone.
In un mezzogiorno di fuoco, con trentotto gradi di temperatura, il minestrone è ideale per ritemprare il fisico per qualsiasi atleta....o forse no! Arrivano gli spaghetti in versione Vesuvio, una montagna fumante che non si sa da che parte cominciare per demolirla e una zuppiera da cui Michele estrarrà tre piatti colmi di minestrone bollente. Come siamo riusciti a ingerire il tutto... resta un mistero, di certo non ci mancheranno le calorie necessarie per coprire gli ultimi trenta chilometri. Sorpresa a Postumia, l’hotel Jama, quattro stelle, è proprio all’ingresso delle grotte ed è il più grande e lussuoso della città.
Quando un hotel è di questo tipo, naturalmente la cena ha certe caratteristiche; in poche parole, ha più apparenza che sostanza. Nessun problema, il pasto di mezzogiorno è stato tale che nessuno si lamenta se la cena non è così abbondante. A dire il vero, il buon Ruggero, che da anni pota avanti la sua guerra personale contro il formaggio, salta il primo piatto perchè contaminato dalla presenza del suo dichiarato nemico. Poco dopo, colpo di scena, il secondo piatto contiene aceto, altro nemico da combattere e così lo fa sostituire con immensa gioia dei camerieri. Ci precipitiamo a far sapere alla sua dolce Susanna che Ruggero sta seguendo il suo diktat: attento a non aumentare di peso! Abbiamo passato il terzo giorno in bici e cominciamo a sentire il bisogno di riposare e quindi ci ritiriamo nelle nostre stanze.
Per chi guida il gruppo l’impegno non manca perché deve misurare la velocità affinchè nessuno si stacchi in salita e nessuno si perda in discesa, a fine giornata a furia di girarsi gli verrà il torcicollo. La temperatura in questa prima fase è perfetta e il paesaggio è davvero da cartolina. Bled è il laghetto più famoso della Slovenia e merita certamente questa fama; l’isoletta in mezzo al lago e il castello che dall’alto della rupe domina il laghetto sottostante sono da foto da incorniciare.
In contrasto con questa visione idilliaca c’è il traffico, i camper, una serie di hotel e tutto il turismo che si è sviluppato in questa località. Per chi è passato da queste parti una ventina di anni fa, il tutto è irriconoscibile. Questo è il progresso, il tempo cambia le cose e volenti o nolenti bisogna saperlo accettare. Difficile da accettare che ancora una volta Michele non segua i compagni e li raggiunga solo dopo alcuni chilometri. Si prosegue verso Lubiana che però ci guarderemo bene di visitare visto il traffico in aumento nell’avvicinarsi alla città e quindi optiamo per una deviazione con tanto di salita per niente trafficata e non ci facciamo mancare pure un tratto in sterrato. Alla fine ritroviamo la statale che proviene da Lubiana e che ci porterà a Postumia. Traffico consistente e temperatura in aumento. Poco prima di Logatec ci fermiamo per il pranzo. Tutti d’accordo per gli spaghetti al ragù ma Michele, che ha sbirciato nel tavolo vicino, ordina minestrone.
In un mezzogiorno di fuoco, con trentotto gradi di temperatura, il minestrone è ideale per ritemprare il fisico per qualsiasi atleta....o forse no! Arrivano gli spaghetti in versione Vesuvio, una montagna fumante che non si sa da che parte cominciare per demolirla e una zuppiera da cui Michele estrarrà tre piatti colmi di minestrone bollente. Come siamo riusciti a ingerire il tutto... resta un mistero, di certo non ci mancheranno le calorie necessarie per coprire gli ultimi trenta chilometri. Sorpresa a Postumia, l’hotel Jama, quattro stelle, è proprio all’ingresso delle grotte ed è il più grande e lussuoso della città.
Quando un hotel è di questo tipo, naturalmente la cena ha certe caratteristiche; in poche parole, ha più apparenza che sostanza. Nessun problema, il pasto di mezzogiorno è stato tale che nessuno si lamenta se la cena non è così abbondante. A dire il vero, il buon Ruggero, che da anni pota avanti la sua guerra personale contro il formaggio, salta il primo piatto perchè contaminato dalla presenza del suo dichiarato nemico. Poco dopo, colpo di scena, il secondo piatto contiene aceto, altro nemico da combattere e così lo fa sostituire con immensa gioia dei camerieri. Ci precipitiamo a far sapere alla sua dolce Susanna che Ruggero sta seguendo il suo diktat: attento a non aumentare di peso! Abbiamo passato il terzo giorno in bici e cominciamo a sentire il bisogno di riposare e quindi ci ritiriamo nelle nostre stanze.
Oggi lasceremo la Slovenia e entreremo in Croazia. Ci
attende il mare e se la temperatura sarà alta, in riva al mare è sempre
ventilato. Dovrebbe essere tutta discesa ma, come detto anche precedentemente,
i saliscendi in questo viaggio sono il pane quotidiano. Poco di rilevante nelle
prime ore, poi il gps ci fa deviare dalla strada principale e ci regala una
salita, non ne sentivamo di certo il bisogno e entriamo in Croazia da un posto
di frontiera nemmeno segnato nelle nostre carte geografiche.
Arriviamo a Opatija (Abbazia), città di 12.000 abitanti situata sul golfo del Quarnaro, finalmente il mare. L’attraversamento di questa cittadina balneare ci permette di ammirare i suoi palazzi e le sue spiagge che seppur di ghiaia sono frequentatissime.
Facciamo qualche foto e Giovanni trova il modo di farsela fare da una bella ragazza ed è inutile la corsa di Ruggero per aggiungersi al compagno, il tutto suscita l’ilarità nei confronti di Ruggero. La strada costeggia il mare ma a una certa altezza e con salite e discese continue e spesso impegnative. Il caldo comincia a essere fastidioso e la stanchezza a farsi sentire. Finalmente sosta per il pranzo. Antenore non resiste alla tentazione di trangugiare una bibita fresca, troppo fresca e troppo in fretta, con la conseguenza di una congestione intestinale che non gli permetterà di concludere gli ultimi chilometri in bici. Per gli altri, a parte il caldo, ultimi trenta chilometri in tranquillità fino a Fazana, meta del giorno. L’hotel Villa Letal Peroj si trova a circa un chilometro dal mare ma non è un problema;
una bellissima piscina ci attende e noi ne approfittiamo.Alla sera, dopo cena, scendiamo al mare per alcune foto a testimonianza che fino al mare ci siamo arrivati.
Una volta rientrati, una bella birra seduti sul bordo della piscina fino a che gli occhi non ci chiedono di lasciarli chiudere.
Arriviamo a Opatija (Abbazia), città di 12.000 abitanti situata sul golfo del Quarnaro, finalmente il mare. L’attraversamento di questa cittadina balneare ci permette di ammirare i suoi palazzi e le sue spiagge che seppur di ghiaia sono frequentatissime.
Facciamo qualche foto e Giovanni trova il modo di farsela fare da una bella ragazza ed è inutile la corsa di Ruggero per aggiungersi al compagno, il tutto suscita l’ilarità nei confronti di Ruggero. La strada costeggia il mare ma a una certa altezza e con salite e discese continue e spesso impegnative. Il caldo comincia a essere fastidioso e la stanchezza a farsi sentire. Finalmente sosta per il pranzo. Antenore non resiste alla tentazione di trangugiare una bibita fresca, troppo fresca e troppo in fretta, con la conseguenza di una congestione intestinale che non gli permetterà di concludere gli ultimi chilometri in bici. Per gli altri, a parte il caldo, ultimi trenta chilometri in tranquillità fino a Fazana, meta del giorno. L’hotel Villa Letal Peroj si trova a circa un chilometro dal mare ma non è un problema;
una bellissima piscina ci attende e noi ne approfittiamo.Alla sera, dopo cena, scendiamo al mare per alcune foto a testimonianza che fino al mare ci siamo arrivati.
Una volta rientrati, una bella birra seduti sul bordo della piscina fino a che gli occhi non ci chiedono di lasciarli chiudere.
E’ l’ultima giornata impegnativa per chilometraggio e
difficoltà. La giornata è caratterizzata dalla visita alle cittadine più
conosciute della costa croata e constatiamo che la loro fama è ben meritata. Ci
ritroviamo a fare i turisti per le vie di Rovigno, Parenzo, Portorose ,
naturalmente in bici, e a scattare foto per l’album del viaggio.
Certo non mancano le difficoltà altimetriche ed è in una di queste che Giovanni parte a razzo, come un cavallo impazzito e svernicia tutto il resto del gruppo. Grande la sua gioia per questa vittoria morale che qualcuno cerca di sminuire riproponendosi di fargliela pagare, bisogna ammettere che è stato un gesto atletico di assoluto valore. Si avvicina l’ora del pranzo e Biagio si preoccupa di trovare un posto tranquillo dove poter mangiare e riposare un pò, come tutti giorni. A Michele non piace il posto perchè non in riva al mare e lascia la compagnia con in tasca alcune barrette e una bottiglia di acqua; un giorno tre piatti di minestrone e un giorno tre barrette e via. Anche questo è il bello di stare in compagnia pur dividendosi momentaneamente. Si riprende a pedalare e superiamo la dogana Croazia – Slovenia sia pure con qualche difficoltà per non aver provveduto a tenere in tasca i documenti di identità e aver quindi dovuto recuperarli dagli zaini riposti nel furgone. Tutto bene quel che finisce bene! Non finisce certamente bene la tappa, almeno dal punto di vista fisico, per via di uno strappetto al sedici per cento in prossimità dell’arrivo; proprio non ci voleva, per fortuna la meta è ormai a portata di ruota. Finita la salita ritroviamo il mare.
L’hotel Salinera è in riva al mare e qualcuno ne approfitta per un bagno ristoratore prima di mettersi al sole per la tintarella come se il sole preso in questi giorni non fosse stato sufficiente.
Buona la cena e ancor di più la ormai tradizionale birra
prima di andare a dormire.
Certo non mancano le difficoltà altimetriche ed è in una di queste che Giovanni parte a razzo, come un cavallo impazzito e svernicia tutto il resto del gruppo. Grande la sua gioia per questa vittoria morale che qualcuno cerca di sminuire riproponendosi di fargliela pagare, bisogna ammettere che è stato un gesto atletico di assoluto valore. Si avvicina l’ora del pranzo e Biagio si preoccupa di trovare un posto tranquillo dove poter mangiare e riposare un pò, come tutti giorni. A Michele non piace il posto perchè non in riva al mare e lascia la compagnia con in tasca alcune barrette e una bottiglia di acqua; un giorno tre piatti di minestrone e un giorno tre barrette e via. Anche questo è il bello di stare in compagnia pur dividendosi momentaneamente. Si riprende a pedalare e superiamo la dogana Croazia – Slovenia sia pure con qualche difficoltà per non aver provveduto a tenere in tasca i documenti di identità e aver quindi dovuto recuperarli dagli zaini riposti nel furgone. Tutto bene quel che finisce bene! Non finisce certamente bene la tappa, almeno dal punto di vista fisico, per via di uno strappetto al sedici per cento in prossimità dell’arrivo; proprio non ci voleva, per fortuna la meta è ormai a portata di ruota. Finita la salita ritroviamo il mare.
L’hotel Salinera è in riva al mare e qualcuno ne approfitta per un bagno ristoratore prima di mettersi al sole per la tintarella come se il sole preso in questi giorni non fosse stato sufficiente.
Buona la cena e ancor di più la ormai tradizionale birra
prima di andare a dormire.
C’è aria da ultimo giorno di scuola! Il chilometraggio è
molto corto e da domani si può riposare. Domani si riposerà anche, ma intanto
oggi ci sorbiamo una inattesa e lunga salita per arrivare a Matavum, luogo in
cui visitare le grotte di San Canziano.
Naturalmente non ci facciamo mancare qualche momento di tensione dovuto al fatto che le bici non possono passare in alcune strade per auto e viceversa. Questo succede a Capodistria e per fortuna ci sono i cellulari a rimetterci in contatto e permetterci di arrivare tutti assieme a destinazione. Le grotte di San Canziano sono forse meno belle di altre ma certamente molto interessanti.
Chi ha preferito non visitarle si è perso una bella occasione. Ripartiamo per Trieste e se in andata abbiamo fatto una bella salita, al ritorno, per forza di cose, ci godiamo una lunga discesa. Ci sono gli ultimi spiccioli di energie da spendere e lo facciamo con entusiasmo. A Trieste c’è il ricongiungimento con il resto della comitiva arrivata col pullman. Biagio e Ruggero restano con le loro famiglie mentre gli altri sette tornano subito a casa. Il problema è far stare in un pulmino di nove posti: sette persone, sette bici, le ruote di ricambio, il frigo, sette borsoni grandi e sette zainetti. Dopo accurati studi e rispettando la legge dell’incompenetrabilità dei corpi, siamo riusciti a chiudere le portiere e partire verso casa. Neanche Noè nella sua barca è riuscito a fare tanto! Sosta in autostrada per rifocillarci e poi via a tutta verso Orgiano dove arriviamo sani e salvi a pomeriggio inoltrato.
Naturalmente non ci facciamo mancare qualche momento di tensione dovuto al fatto che le bici non possono passare in alcune strade per auto e viceversa. Questo succede a Capodistria e per fortuna ci sono i cellulari a rimetterci in contatto e permetterci di arrivare tutti assieme a destinazione. Le grotte di San Canziano sono forse meno belle di altre ma certamente molto interessanti.
Chi ha preferito non visitarle si è perso una bella occasione. Ripartiamo per Trieste e se in andata abbiamo fatto una bella salita, al ritorno, per forza di cose, ci godiamo una lunga discesa. Ci sono gli ultimi spiccioli di energie da spendere e lo facciamo con entusiasmo. A Trieste c’è il ricongiungimento con il resto della comitiva arrivata col pullman. Biagio e Ruggero restano con le loro famiglie mentre gli altri sette tornano subito a casa. Il problema è far stare in un pulmino di nove posti: sette persone, sette bici, le ruote di ricambio, il frigo, sette borsoni grandi e sette zainetti. Dopo accurati studi e rispettando la legge dell’incompenetrabilità dei corpi, siamo riusciti a chiudere le portiere e partire verso casa. Neanche Noè nella sua barca è riuscito a fare tanto! Sosta in autostrada per rifocillarci e poi via a tutta verso Orgiano dove arriviamo sani e salvi a pomeriggio inoltrato.
Fine del viaggio!!!
Considerazioni personali
Desidero esporre le mie considerazioni sul viaggio e i suoi
partecipanti sperando di non intaccare la suscettibilità di nessuno. Il viaggio
è stato bello, molto interessante sia dal punto di vista sportivo che
turistico. Bei paesaggi e percorsi ben calibrati e non troppo impegnativi. I
miei compagni di viaggio sono da elogiare tutti sia per lo spirito di gruppo
che hanno saputo creare che per la disponibilità
dimostrata in vari frangenti.
Comincio da me per dire che mi sentivo un po responsabile del viaggio e questo mi ha portato in alcune occasioni a fare il rompi......ni. Purtroppo sono questo e ormai non credo sia possibile modificare il mio carattere.
Cristina si è presentata senza la preparazione degli scorsi anni ma
è subito emersa la sua grinta e determinazione e ha portato a termine tutte le
tappe senza bisogno di nessun aiuto. Dirle brava è dirle poco!
Giancarlo è
stato l’ombra di Cristina a parte quei tratti in cui si metteva in prima
posizione a dettare il ritmo del gruppo senza mai strappare ma con andatura
uniforme. Con gli anni ha imparato l’arte di guidare un gruppo.
Michele era
alla sua prima esperienza col gruppo Orgiano. Si è rivelato un personaggio
senza del quale ci sarebbe stata anche monotonia. Con lui in gruppo c’era da
attendersi qualsiasi comportamento. Un personaggio così può renderti nervoso al
momento ma se non ci fosse stato ce lo saremmo dovuti inventare.
Gelmino, il
fotografo ufficiale, ha speso molto tempo ed energie per fare le foto e i
filmini da mandare per whatsapp agli amici rimasti a casa. Era la prima volta
che partecipava a un viaggio in bici e la sua presenza è stata importante non
solo per le foto e i video.
Mario, anche lui alla prima esperienza. Presenza discreta
al punto tale che non sapevi se c’era o se mancava. Mai una parola sopra le
righe e mai qualcosa da rimproverargli. E’ un compagno ideale e ha
controbilanciato l’esuberanza di Michele.
Ruggero e Giovanni hanno fatto coppia
fissa anche dopo aver riposto la bici. Li accumuna il fatto che erano reduci da
problemini fisici che sembrava potessero inficiare le loro prestazioni in bici.
Non è stato così, hanno portato a termine tutte le tappe con grande sacrificio
e spesso con allegria. Hanno tribolato ma si sono divertiti
e ci hanno fatto
divertire.
Per ultimo vorrei dire qualcosa di Biagio, mente e braccio dell’organizzazione.
Non ha partecipato in bici ma stare sul furgone col compito di indicare la
strada, controllare le provviste, trovare un posto adatto per rifocillarci o
fermarci per il pranzo, è più impegnativo di quanto potessi immaginare. Lo
abbiamo visto con una benda all’occhio come Moshe Dajan e guidare e seguire il
gps in condizioni simili è praticamente una tortura. A lui il grazie mio e di
tutti i partecipanti.
Comincio da me per dire che mi sentivo un po responsabile del viaggio e questo mi ha portato in alcune occasioni a fare il rompi......ni. Purtroppo sono questo e ormai non credo sia possibile modificare il mio carattere.
Ho scritto queste righe per poter un giorno rileggerle e far
emergere dalla memoria fatti e persone che ho avuto il piacere di avere come
compagni in questo viaggio.
oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
LEONICENA VIAGGI
Piazza Garibaldi, 43
36045 - LONIGO (VI)
Tel.
0444/436467 r.a.
Fax. 0444/436469
info@bettiniviaggi.com
TRIESTE –
PARENZO – ROVIGNO 2gg
29 - 30 giugno 2019
1° giorno: Sabato 29 Giugno -
TRIESTE
Ritrovo dei partecipanti nella località e all'ora
prestabilite e sistemazione in autopullman. Partenza, via autostrada, per
Venezia - Palmanova – Trieste.
Discesa sulla costa arrivando alla
località di Miramare dove sorge il celebre omonimo Castello costruito nella
seconda metà del secolo scorso per Massimiliano d'Austria. L'Arciduca lo abitò
fino al 1864, anno in cui accettò, con esito funesto, la corona imperiale del
Messico. Pranzo. Nel pomeriggio visita della città adagiata ai piedi dello
spalto carsico che recinge l'arco dell'omonimo golfo. Giro panoramico in
autopullman per la vista sulla zona portuale e sulle rive; sosta in Piazza
Unità d'Italia per ammirare le facciate dei palazzi che vi prospettano; salita
in pullman al Colle di S.Giusto attraversando la città teresiana (con vista sui
ruderi del Teatro Romano) e sosta per la visita
della famosa Cattedrale risalente al '300, simbolo della città.
Eventuale passeggiata sugli spalti del Castello. Visita alla Risiera di San
Sabba: divenuto tristemente famoso per essere l'unico campo di sterminio sul
territorio italiano, venne costruito nel 1913 nel quartiere periferico di San
Sabba. Gli edifici non più adibiti ad uso industriale, vennero requisiti ed
utilizzati dall'occupatore nazista come campo di prigionia provvisorio per i
militari italiani catturati dopo 1'8 settembre 1943. Verso la fine di ottobre,
sempre del 1943, esso venne strutturato come Polizeihaftlager (letteralmente campo di
detenzione di polizia), destinato sia allo smistamento dei deportati in
Germania ed in Polonia, sia come deposito e smistamento dei beni razziati,
nonché successivamente per la detenzione ed eliminazione di partigiani,
detenuti politici ed ebrei. Alla fine della visita trasferimento in albergo in
Croazia. Cena e pernottamento.
2° giorno: Domenica 30 Giugno. PARENZO - ROVIGNO -
Prima colazione in albergo. Trasferimento a Parenzo, uno dei gioielli piu preziosi della penisola istriana, antico municipio
romano dalla forte impronta veneziana.Vista del particolare centro storico e
della splendida Basilica Eufrasiana, gioiello dell'arte bizantina decorata da
splendidi mosaici su fondo oro del VI secolo. Dal 1997 è sotto la tutela
del'UNESCO. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita di Rovigno, cinta da una corona
di isolotti che la proteggono dalla forza delle onde; di origine romana, ha
anch'essa un'aria fortemente veneziana: il campanile del Duomo di Sant'Eufemia,
che domina la città, è una copia perfetta di quello della Basilica di San Marco
a Venezia, a sua volta rifatto secondo quello di Rovigno dopo il crollo del
1903. Al termine inizio del viaggio di rientro in Italia. Arrivo previsto
in serata alla località di origine.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 225,00
La quota comprende:
Viaggio in autopullman Gran Turismo
Vitto come da programma (bevande escluse)
Sistemazione in camere a due letti con servizi privati
Spese e tasse d'albergo, pedaggi autostradali, doganali e parcheggi
Assicurazione medico + bagaglio
Guide locali
Supplementi per camere singole (limitate alla disponibilità): € 20,00
Non sono incluse nella quota: pasti non menzionati,
bevande, mance, extra di carattere personale, entrate (a musei, ville,
castelli, grotte, monumenti e scavi archeologici, anche quando la visita si
svolge, da programma, all’interno di edifici che prevedono l’ingresso a
pagamento), escursioni facoltative e quanto non espressamente specificato alla
voce “la quota comprende”.
Documento necessario per l'espatrio: carta d'identità
personale o passaporto individuale in corso di validità.
La Direzione si riserva di apportare al programma
eventuali modifiche che si rendessero necessarie per il miglior svolgimento del
viaggio.
Per informazioni ed adesione telefonare a Biagio
Pedrina cell. 3480332660
Adesioni fino al
31 Marzo con il versamento del saldo.
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Fwd:
CICLISTI
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Biagio
Pedrina <biagiopedrina@alice.it>
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5 giugno 2019 08:48
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A:
"remoscarpa@gmail.com" <remoscarpa@gmail.com>, Cristina
Scapin <cristina.scapin@yahoo.it>, Mario Ramanzin
<marioramanzin@gmail.com>, Giovanni Pesavento
<gio.pesavento@gmail.com>, Gelmino Veronese <info@fotonova.net>
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